domenica 22 marzo 2009

La legge di Wilcoyote 12 - il reddito di cittadinanza

E' un'idea che piano piano si sta facendo strada, in varie forme, nelle teorie economiche più evolute ed esistono anche esempi pratici, sia pure parziali, di applicazione.

Chi si ferma a rifletterci seriamente e non è sciocco o in malafede, si sta rendendo conto che diventerà necessario arrivarci, prima o poi, anche se quest'idea sembra andare contro i precetti che ci hanno insegnato fin da piccoli.

E' un concetto che va contro sia la mistica del lavoro di cui abbiamo parlato nel primo capitolo, sia contro i deliri del PIL e del debito pubblico di cui abbiamo parlato nei due capitoli successivi, quindi va digerito a bocconi piccoli per evitare un istintivo rifiuto nella maggior parte delle persone.

Ipotizziamo di poter dare una cifra piccola, ma sufficiente ai bisogni elementari a tutte le persone nate nello Stato. Diciamo 500 euro al mese. Questa cifra va data a tutte, dico tutte le persone, neonati e moribondi compresi, indipendentemente dal loro reddito. Un barbone e Berlusconi riceverebbero la stessa cifra, poi vedremo perchè.

Con 500 euro si può vivere senza pretese, soprattutto se non si è obbligati a cercare un lavoro, quindi non è indispensabile avere un'automobile. Due persone con 500 euro ciascuna possono pensare di sposarsi e sopravvivere. Se proprio i soldi non bastano si può fare qualche lavoretto occasionale. Se arriva un figlio con 1500 euro al mese i tre possono farcela e stare al tempo stesso vicino al figlio.

Con un secondo figlio la situazione cambia.

Oggi una famiglia con due figli necessita di due stipendi diciamo 1200 euro l'uno.

Quindi bisogna lavorare in due, avere due macchine, piazzare i figli in qualche asilo o scuola a tempo pieno, mangiare fuori ecc. ecc. I 400 euro in più non bastano a coprire le spese di produzione reddito, come si dice in burocratese, e l'aumento dei costi di gestione della famiglia.

Una famiglia di quattro persone con un reddito di cittadinanza complessivo di 2000 euro ha a disposizione più soldi e più tempo di una famiglia di lavoratori con 2400.

Questa da sola sarebbe la miglior politica per la famiglia al di là di tutti i bla-bla.

Ed ecco le obiezioni, che sono essenzialmente tre:

1. Perchè incentivare i pelandroni?

2. Dove si pigliano i soldi?

3. Se tutti hanno un reddito chi lavora?

Il punto 1 disturba molto chi crede nella mistica del lavoro, che come si è visto è molto radicata a livello sociale e culturale (vedi cap.1) e che considera chi non lavora, minorenni, pensionati, invalidi, disoccupati, casalinghe, studenti, tutti quanti pesi morti, sia pure con sfumature diverse. L'economista americano John Rawles afferma " quelli che fanno il surf tutto il giorno sulle spiagge di Malibu devono trovare un modo per provvedere ai propri bisogni e non dovrebbero beneficiare di fondi pubblici" chiarendo bene come, secondo lui e secondo molti, il lavoro sia una qualifica morale.

Ma è proprio così?

Il pieno impiego è un sogno, o un incubo, sempre più irrealizzabile, così la ricerca del lavoro, qualunque lavoro, diventa un'angoscia, così come angosciante è la paura di perderlo. Nel "sistema bismarckiano" il lavoro è l'appartenenza a pieno titolo alla società, quindi chi non vi rientra si sente un reietto. Gran parte dei disoccupati o sottoccupati attuali, lo è contro la sua volontà, e passa il suo tempo a sbattersi per uscire da questa situazione. Per contro esistono frange di eletti che hanno ottenuto in qualche modo il famigerato posto fisso e , divenuti intoccabili, possono poltrire gran parte del loro tempo retribuito, arroccandosi a difesa dei propri privilegi.

Curiosamente poi Rawles non trova niente di strano se gli sfaccendati di Malibu hanno una rendita da capitale perchè investono in borsa tramite fondi, cioè in pratica non fanno nulla.

Con 500 euro al giorno non si fa del gran surf, nè a Malibu nè altrove, ma tutti quelli che non vogliono o non possono lavorare riescono a sopravvivere, mentre quelli che vogliono davvero fare qualcosa avranno la possibilità di sperimentare diversi lavori fino a trovare quello che gradiscono.

E' chiaro che, per ottenere questo, con l'istituzione del reddito di cittadinanza, va eliminata la sacralità del lavoro. Andranno fatti solo i lavori realmente necessari, e la loro retribuzione sarà proporzionale alla loro effettiva necessità, proprio come si addice ad un libero mercato. I lavori più sgradevoli avranno paghe migliori per allettare qualcuno a farli.

Togliendo di mezzo chi non ha voglia di lavorare, oltre a chi, per vari motivi, non può lavorare, si renderanno disponibili posti di lavoro autentici per chi invece vuole realizzare qualcosa.

Perdere il lavoro non sarà più un dramma per nessuno e le aziende potranno regolare la propria produzione sull'effettivo andamento del mercato, senza l'ansia di dover crescere per "mantenere i livelli occupazionali" e potranno tenere solo il personale migliore o quello che reputano tale.

I lavoratori che, per per qualche motivo, non si trovano bene in una azienda potranno andarsene senza troppo disagio, potendo contare comunque su un reddito minimo e con la quasi certezza di trovare un altro lavoro in breve tempo.

E' per questo che i sindacati non amano il reddito di cittadinanza, che verrebbe ad annullare quasi completamente la loro funzione.

Almeno nella assurda forma che hanno assunto in Italia tre di loro

Insieme alla sacralità del lavoro, andranno eliminati tutti gli alibi sociali. Con i 500 euro al mese viene consegnata, ai maggiorenni ed ai tutori dei minorenni, la piena responsabilità delle proprie azioni. Niente più giustificazioni del tipo "rubo per mangiare". Si deve imporre un rigore morale che attualmente è molto attenuato proprio dall'inconsistenza delle politiche sociali.

Il punto numero 2 è quello che più spaventa chi approva l'idea del reddito di cittadinanza. Sembra infatti impossibile che in questo Stato affamato di quattrini si trovino le risorse per dare a tutti 500 euro al mese. Anche senza la rendita del signoraggio, che da sola eliminerebbe la questione, allo stato attuale vengono distribuiti, da parte di vari enti pubblici quasi mai in accordo tra di loro, una quantità immensa di quattrini in interventi sconclusionati, scoordinati, pasticciati, farraginosi, parziali, a pioggia, casuali, clientelari e via dicendo che comportano un esborso da parte dello Stato non solo per i soldi da dare agli aventi diritto, ma anche per i costi della mastodontica burocrazia necessaria ad individuarli e a perseguire gli abusi.

Proprio per questo motivo il reddito deve esssere distribuito automaticamente a tutti senza preoccuparsi di andare a stabilire quali casi sarebbero realmente degni o più degni. Questa ridicola pretesa di giustizia finisce per creare enormi ingiustizie, come tutti possono facilmente constatare.

L'art 38 della Costituzione recita nei primi commi:

"Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria"

Ci sarebbe molto da dire su questo articolo a cominciare dal fatto che i bambini dovrebbero essere a carico dello Stato, mentre sono a carico delle famiglie e non sono "cittadini"individuali: Del resto nell'epoca in cui fu scritto il reddito familiare e quello individuale spesso coincidevano e una sola persona lavorava con reddito (il lavoro della casalinga, per quanto pesante, non ha alcun valore nel sistema bismarckiano).

Per avere diritto alla pubblica assistenza, quindi bisogna soddisfare due requisisti:

1. Essere poveri

2. Non poter lavorare, pur desiderandolo.

La pretesa di individuare questi requisiti ed eventualmente punire gli abusi comporta un enorme sforzo economico. Inoltre quanto più la selezione è rigorosa ed efficace, tanto più i beneficiari vengono identificati come incapaci di provvedere a se stessi e quindi umiliati.

L'efficacia poi di questi sistemi di individuare le persone veramente bisognose, sia pure umiliandole, è molto molto dubbia

L'italico amore per le complicazioni inutili ha creato norme talmente contorte e incomprensibili che rappresentano una dissuasione oltre che un costo.

Molti infatti non possono beneficiare di contributi perchè si richiede da parte loro un azione, una richiesta, quindi la consapevolezza che esistono degli aiuti in loro favore e l'espletamento dell'inevitabile e assurda burocrazia che li vincola. Molti non riescono ad ottenerli perchè si vergognano, hanno paura delle fregature (giustamente!), perché sono timidi o semplicemente perchè hanno non sanno come fare..

Altri ne sono esclusi per motivi clientelari o politici. Basti pensare alla questione dei cosiddetti"ammortizzatori sociali" di cui beneficiano solo alcune categorie di lavoratori ed in maniera diversa da settore a settore e da circostanza a circostanza.

Se noi mettiamo insieme i soldi che vengono elargiti in lavori socialmente utili, cioè inutili, in assunzioni clientelari (ad esempio le migliaia di forestali in meridione), nel mantenimento di strutture ed infrastrutture di apparati burocratici inutili e spesso dannosi. Mettiamoci anche le spese per attività propedeutiche, che hanno lo scopo di aiutare le persone a trovare lavoro, anzichè a fornire un sostentamento ( in ossequio al proverbio "regala un pesce ad un uomo e lo sfami per un giorno, insegnagli a pescare e lo sfami tutta la vita". Proverbio che ha creato una folla enorme di pescatori affamati, convinti che sia colpa loro se non riescono a mangiare) Aggiungiamo l'importo degli ammortizzatori sociali e degli assegni familiari e ne caviamo abbastanza da dare 500 euro a tutti gli italiani, dalla nascita alla morte. E' importante che la cosa avvenga il più automaticamente possibile evitando l'intervento di partiti e forze politiche che potrebbero annullare i benefici con i soliti favoritismi. Essendo una cosa concessa a tutti nessuno dovrà vergognarsene, non avrà difficoltà ad ottenerla, il costo burocratico della distribuzione e della gestione dei ricorsi sarà vicino allo zero.

Certo non è pensabile di arrivarci in un giorno o una settimana, ma bisogna rendersi conto che è materialmente fattibile, anzi andremo a guadagnarci, evitando molti sprechi pazzeschi fatti con il paravento di dare lavoro al popolo.

Il punto 3

Se i lavori realmente necessari come si è visto in precedenza possono coinvolgere il 30 o 40 per cento della forza lavoro, chiunque voglia un lavoro potrà trovarlo con facilità o relativa facilità. Per fare confronti con il passato bisogna tenere presente che proprio l'escalation innaturale della produzione ha portato alla necessità che entrambi i coniugi lavorino, mentre solo 50 anni fa lavoravano principalmente gli uomini e solo questi ultimi venivano presi in considerazione per calcolare la forza lavoro di una nazione: Il lavoro femminile era occasionale, anomalo e generalmente prematrimoniale.

Se noi avessimo considerato forza lavoro anche il totale delle donne, avremmo avuto un eccesso di manodopera anche negli anni del boom economico. Il reddito di cittadinanza riporta la situazione com'era in passato e senza sessismo. Basta una sola persona per nucleo familiare che lavori, per produrre quanto necessario e per fornire un maggior reddito alla famiglia. Non necessariamente sempre la stessa persona e sempre lo stesso lavoro. Il lavoro, potendo smettere e cambiare quando si vuole, anzichè un incubo potrebbe diventare un piacevole diversivo.

Il rischio semmai è che non si trovi madopera sufficiente per i lavori meno ambiti.

Intanto questi lavori potranno essere pagati meglio dal mercato, per renderli più interessanti con un incentivo economico. Uno spazzino potrebbe guadagnare quanto un dottore e non dovrebbe più chiamarsi "operatore ecologico" per raccattare un po' di dignità, mentre chi fa il dottore lo farebbe proprio perchè gli piace e gli interessa e non per i soldi.

Certamente gli incentivi economici non possono essere più alti di tanto e non possono risolvere completamente il problema, a questo punto però si possono sfruttare due importanti risorse.

Una è il servizio civile. Uomini e donne per un anno o anche due prestano servizio pubblico. Non essendo un servizio militare quasi tutti possono essere abilitati. Il servizio verrebbe gestito localmente a livello comunale o provinciale senza bisogno di strutture o di caserme e salvo casi eccezionali le persone dormirebbero e mangerebbero a casa loro. Oltre un milione di persone l'anno sarebbero così disponibili per i lavori più umili e più faticosi, il che rappresenterebbe oltretutto una importante esperienza di vita.

La seconda è la popolazione carceraria, attualmente passiva e a carico dello Stato, che potrebbe in gran parte essere impiegata per lavori di pubblica utilità, rendendo il carcere meno abbietto. Inoltre chi viene condannato, verserebbe il suo reddito di cittadinanza e una percentuale di ciò che guadagna lavorando a favore delle sue vittime e potrà sperare di accorciare la pena solo quando avrà interamente risarcito l'importo stabilito dal giudice. Attualmente la maggior parte delle vittime di reati non viene indennizzata per mancanza di mezzi del colpevole

In conclusione il reddito di cittadinanza, distribuito in maniera imparziale e a tutti, non è una assurdità, non è impossibile, non è immorale e risolverebbe moltissimo problemi.

Basti pensare con quanta semplicità si risolverebbe il problema delle pensioni, senza complicati e farraginosi sistemi di calcolo, scalini, scaloni ed altre definizioni azzeccagarbugliesche. Si ipotizzano ridicoli incentivi per fare restare le persone al lavoro insieme ad altri incentivi per prepensionarle, in una confusione che la dice lunga sulla chiarezza dei programmi. Le persone sarebbero in pensione da sempre con la possibilità di rientrare al lavoro quando vogliono, avendo anche l'opzione di aggiungere forme di risparmio intergrative a piacere.

L'errore nascosto semmai è quello di voler cercare di individuare i bisogni e stabilire, con contorte elucubrazioni e tabelle pitagoriche, chi sono le persone realmente bisognose, generando assurde classifiche e graduatorie.

Lo si fa già adesso: non funziona. I poveri non vengono raggiunti e i furbi ne approfittano

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