domenica 4 novembre 2012

attacchi di panico per i fondi di caffè

2 garden composters (on base for rat proofing)
Gli "attacchi di panico" sembrano essere una patologia di moda, uno dei (tanti) mali di questo secolo che in passato erano sconosciuti...
Ho conosciuto diverse persone soggette ad immotivati ed irragionevoli "attacchi di panico", che li hanno anche spinti al pronto soccorso.
(Se ne volete sapere di più: http://it.wikipedia.org/wiki/Attacco_di_panico - of course)

Non sono qui però per parlarvi degli attacchi di panico, a cui fortunatamente né io né alcuno dei miei familiari è soggetto; ma voglio parlarvi dell'unica cosa che (dopo l'esame di maturità) mi abbia veramente generato genuina ansia.

Andiamo con ordine.

E' accaduto alcuni anni fa, e stavo placidamente lavando la caffettiera. Prendo il filtro, vuoto i fondi di caffè nella pattumiera... ed in quell'istante ho avuto un'illuminazione. Folgorante, devastante, che al confronto san Paolo sulla via di Damasco si è solo fatto un trip.
Mi sono detto: butto questi fondi ma... che fine fanno?
Da qui, vanno nel cassonetto.
Dal cassonetto, mescolati con plastica-tetrapak-cicche-foglie morte-stracci-ecc. ecc., se ne andranno nell'inceneritore (quello che in neolingua viene definito "termovalorizzatore")
Qui, verranno bruciati.
I fumi verranno filtrati.
Le ceneri verranno raccolte.
I filtri dei fumi e le ceneri poi finiranno in discarica.
Ed una volta sepolti in discarica, verranno trafugati al normale ciclo della vita per tempi geologici. Perchè solo in tempi geologici le montagne diventeranno pianure, le pianure montagne, e la discarica tornerà quindi (forse) in superficie, e le piante torneranno quindi ad affondare le loro radici in quella che un tempo era la discarica...

Perchè lo ricordate, vero, il "ciclo della vita"? Ve ne ha parlato la maestra alle elementari, giusto?
L'erba cresce, l'erbivoro mangia l'erba, il carnivoro mangia l'erbivoro, il carnivoro muore e si trasforma in concime che farà crescere l'erba (in realtà è un po' più complicato di così, ma in soldoni la storia è questa).
Però qual'è invece la stria del nostro caffè?
Viene coltivato in sudamerica, imbarcato, portato qui da noi.
Io lo consumo.
Poi lo butto nell'immondizia, finisce nell'inceneritore... e quindi il materiale organico di cui sono composti i fondi di caffè non tornerà MAI (se non tra alcuni milioni di anni) a fertilizzare piante...
Il tutto moltiplicato per tutti i milioni di caffè consumati ogni giorno... ma ciò vale anche per verdure e pomodori, resti di macellazione, gusci d'uomo, alimenti lasciati andare a male...
Masse imponenti di materiale che, ogni giorno, vengono sottratte al ciclo della vita.
Un delitto imperdonabile, peggio dell'omicidio perchè anche se ammazzi qualcuno, lo ammazzi una sola volta... trafugare del preziosissimo materiale organico al ciclo della vita invece significa negargli l'opportunità di tornare ad essere parte della vita per centinaia, migliaia di volte nel corso della prossima era geologica...

Raccolsi con cura i fondi di caffè dalla pattumiera, e li depositai in un vasetto.
E corsi ad acquistare un composter (cosa che mi ripromettevo di fare ormai da un anno, ma avevo sempre rimandato).

Quei fondi di caffè costituirono il primo nucleo del mio composter.

Da allora (e sono trascorsi tre anni...) l'impressione che ho avuto è che il mio composter sia un pozzo senza fondo.
Ci ho scaricato dentro chili e chili di fondi di caffè, di resti di cucina, di sfalci del giardino, residui di potature... senza mai riuscire a riempirlo. Sembra pieno a metà, e da lì non si schioda.
Talvolta (soprattutto dopo gli sfalci) il materiale si avvicina pericolosamente al bordo... ma dopo un paio di settimane torna a ridursi alla metà.
Potrei anche prelevare il materiale in fondo (che ormai è ridotto a vera e propria terra), ma non ce n'è ancora la necessità.
Ed io vivo con la tranquilla consapevolezza che ogni mio caffè non costituisce più un crimine contro la natura...
 
  

domenica 12 agosto 2012

come trovare una vite nascosta dalla vernice

Capita spesso (ad esempio nel montaggio di stipiti e serramenti) che le viti o i chiodi di fissaggio vengano poi nascosti con stati di stucco e vernice.
Quando poi capita di dover smontare lo stipite, ritrovarli è un'impresa apparentemente impossibile (e quindi spesso si decide di passare alle maniere forti: mazza e leverino, sfasciando completamente lo stipite...)

Per ritrovarli, basta munirsi di un potente magnete (ad esempio quelli che si possono recuperare all'interno degli hard disk), e passarlo lentamente lungo tutta la superficie: ci rivelerà immancabilmente dove è nascosta la vite o il chiodo che stiamo cercando, anche sotto parecchi strati di stucco e vernice!

giovedì 12 luglio 2012

sessola e paletta da riutilizzo

Il riutilizzo di oggetti e materiali altrimenti destinati all'immondizia ha un suo sottile fascino e mostra talvolta aspetti di pura genialità. Richiede inoltre creatività, fantasia, senso del materiale... Quindi, quando mi trovo di fronte ad esempi come quelli della foto, è difficile resistere alla tentazione di condividerli:


La prima è una sessola: può essere usata per sgottare l'acqua dal fondo di piccole imbarcazioni, ma anche come paletta per farina, fagioli, gesso, cemento, e chi più ne ha più ne metta...

La seconda ovviamente è una paletta: ormai si trovano ad uno o due euro, ma vuoi mettere la soddisfazione?