giovedì 24 aprile 2008

Wall Street Journal: "Fate scorte di generi alimentari."

(di Debora Billi - dal blog crisis)

Ha fatto un po' scalpore in Rete l'articolo uscito ieri su La Stampa, riguardo agli episodi di razionamenti in USA per la crisi alimentare. E l'argomento è talmente scottante che L'Economist gli dedica la sua cover story questa settimana.

Ma il più inquietante è l'articolo del Wall Street Journal , che qualcuno ha già definito come totalmente irresponsabile: si intitola "Questa non è un'esercitazione. E' ora di fare scorte in dispensa". Ed è davvero incredibile come un paludato e autorevole quotidiano economico di importanza mondiale si azzardi a scrivere roba come questa:

Non voglio allarmare nessuno, ma è ora che gli americani inizino a fare scorte di cibo. Avete visto le scene di rivolte per il cibo nel Terzo Mondo. Si, sono lontani dagli USA, ma il mercato alimentare opera in modo globale. Quando i costi del grano salgono in Asia, succede lo stesso qui.

Fare scorte di cibo può non rimpiazzare gli investimenti a lungo termine, ma può rappresentare un buon investimento a breve termine. Non datevi ai deperibili come uova o latte, ma ai prodotti duraturi: pasta, riso, cereali, e barattoli di qualsiasi cosa dal tonno al pesce alla frutta alle verdure.Una dritta: risparmierete ancora di più comprandone all'ingrosso.

Ora: sogno o son desta? La bibbia del capitalista globale che consiglia di investire in tonno in scatola? Che fine hanno fatto le azioni, i derivati, o il buon vecchio oro? Dovremmo darci all'ammasso come fossimo in guerra? Nascondere farina sotto il letto come in una commedia di Scarpetta?

Inoltre, in un momento in cui c'è crisi di approvvigionamenti ed inflazione, appare una follia incoraggiare alle scorte. Sembra quasi che il WSJ stimoli la corsa all'accaparramento e il peggiorare della situazione: sui forum americani c'è gente terrorizzata che corre al supermercato a comprare sacchi di riso neanche arrivasse lo tsunami. Con una catena distributiva basata sul just-in-time bastano tre giorni di panico per ritrovarsi con gli scaffali vuoti... e a quel punto che succederà?

Il Wall Street Journal ci ha abituato a rassicurazioni sul petrolio, rassicurazioni sulle banche, rassicurazioni sulla Borsa, rassicurazioni sulle monete. Mi piacerebbe proprio sapere cosa gli è preso, stavolta.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Perche non:)